UDINE. Ha vissuto una vita eccezionale, attraversando oltre un secolo di storia Maria Gervasoni. Si è spenta il giorno di Natale, a 106 anni. Era nata a Udine il 13 maggio del 1905 ed era anche la sesta persona più anziana della città.

Abitava in viale Ungheria. Era figlia di Michele Gervasoni (i cui discendenti dal 1925 gestiscono l'omonima industria di mobili, rinomata in tutta Italia) e Teresa Tonini (appartenente a una nota famiglia di costruttori).

E' stata prima insegnante alle elementari di Torreano di Cividale e poi assistente del marito medico, Giovanni Tarentini. "Zia Mariucci", così la chiamavano affettuosamente i suoi cari, ha trascorso gli ultimi anni serenamente, tra viaggi e letture.

«La zia è stata lucida fino agli ultimi giorni - raccontano i nipoti Piero e Giuliana -, era una donna semplice, ha condotto una vita morigerata. Ma, allo stesso tempo, era un'intellettuale, colta e raffinata, una "divoratrice" di libri e quotidiani, sempre informata sull'attualità".

Amava cominciare la mattina gustando un cucchiaio colmo di miele e mangiare diverse mele profumate durante la giornata. Un'abitudine, questa, che molto probabilmente è stata il suo "elisir di lunga vita".

«Dopo il '44, Maria - ricordano ancora i nipoti - si è trasferita col marito prima a Sesto al Reghena e poi a Conegliano, dove suo marito ha lavorato a lungo come dentista. Poi, un breve periodo a Manduria (Comune della provincia di Taranto in cui era nato il marito), per poi fare ritorno nel capoluogo friulano a metà degli anni 60».

Maria Gervasoni era riservata e non apprezzava tutto ciò che è apparenza o esteriorità. Nel suo dialetto udinese diceva sempre a nipoti e pronipoti di "lasciar perdere gli stocchi, ossia le cose inutili".

«Era particolarmente affezionata al pronipote Giovanni - riferisce Pietro - che andava a trovarla molto spesso. Per lui la porta era sempre aperta, a qualsiasi ora. Insieme chiacchieravano per ore».

«La zia - racconta la nipote Giuliana - aveva un intuito speciale. Per me era come una veggente, E poi, con un'occhiata, era in grado di cogliere l'essenza delle persone. Mi ricordo una volta....io avevo perso un gioiello. E lei, invece, mi aveva detto "tranquilla, non l'hai perso". Infatti, appena tornata a casa, lo avevo trovato in una borsetta»..

I funerali, nel rispetto di un suo espresso desiderio, sono stati celebrati in forma privata il 28 dicembre nella chiesa del Carmine di via Aquileia. Maria Gervasoni ha incaricato i familiari di devolvere alcuni fondi alla parrocchia e alla congregazione San Vincenzo De Paoli.